Santa Margherita di Belìce: “Dalle macerie il futuro: 1968-2011”

Il comune di Santa Margherita di Belìce in occasione della ricorrenza del 43° anniversario del terremoto del Belìce, ha organizzato per la giornata del 14 gennaio la manifestazione “Dalle macerie il futuro: 1968-2011”. La manifestazione avrà inizio alle ore 17:00, presso la Chiesa Madre, con la celebrazione della Santa Messa a ricordo del sisma mentre una corona di fiori verrà portata al cimitero in memoria delle vittime margheritesi.
Si prosegue alle 18:00 con la ricollocazione presso l’Ex Chiesa Madre, oggi Museo della Memoria, del dipinto “Martirio di Santa Margherita d’Antiochia” , a cura del locale distaccamento dei Vigili del Fuoco. Il dipinto, realizzato dal pittore copista saccense, Calogero Termine in occasione degli eventi dedicati ai 400 anni del Comune, venne distrutto dal terremoto del ’68 e verrà finalmente ricollocato nella stessa chiesa in cui scomparve la notte tra il 14 ed il 15 gennaio.
Alle 18:30, presso il Teatro Sant’Alessandro, la manifestazione prevede “Per non dimenticare” momento dedicato al conferimento della cittadinanza onoraria al Comandante Regionale della Guardia di Finanza, Generale D. Domenico Achille per aver contribuito ad arricchire il patrimonio culturale e la notorietà del Museo della Memoria con la donazione di alcuni pannelli fotografici relativi alle operazioni di soccorso della XIII Legione della GdF nella Valle del Belìce in occasione del terremoto del 1968. Si prosegue, nel segno di una memoria storica da tutelare, con l’intervento del prof. Pietro Piraino Papoff “L’alba del ’68 a Santa Margherita”. A chiudere la manifestazione sarà il concerto a cura degli studenti dell’Istituto Comprensivo, ad indirizzo musicale, G. T. di Lampedusa di S. Margherita di Belìce, diretto dall’insegnate Nina Gallo.
Alla manifestazione è dedicata una cartolina speciale sulla quale è stampata la fotografia, ambientata proprio al Museo della Memoria, di Salvatore Zanghi, vincitore del concorso fotografico “La Primavera del Belìce – ediz. 2010”.
Per l’Assessore al Turismo, Baldo Cacioppo, che ha organizzato la manifestazione, “L’importante anniversario serve non solo per ricordare l’evento sismico, ma come occasione di riconoscimento e promozione di una realtà socio-culturale cresciuta e riabilitata, capace di mettere a disposizione un avvincente itinerario turistico-culturale, che passa anche attraverso un luogo, come il Museo della Memoria, culturale e formativo, unico nel suo genere che offre al visitatore, attraverso i documenti che custodisce, un’affascinante scoperta dei paesi della Valle del Belìce, prima e dopo l’evento sismico del 1968”.
Per il sindaco, Francesco Santoro, “il ricordo degli eventi del ’68, è imprescindibile momento di riflessione e di coesione per il popolo margheritese che ha elaborato e superato il lutto e che, oggi, guarda oltre senza però concedere sconti. A Santa Margherita, come ad altri paesi della Valle, il governo sta negando i finanziamenti che erano stati promessi ed impegnati per ultimare la ricostruzione. E’ inaccettabile pensare che persone, che da 43 anni sono ancora in attesa della loro casa, paghino le colpe di malgoverni e burocrazie farraginose che, anche a causa della crisi in atto, paventano seriamente di lasciare in asso la ricostruzione ormai vicina all’epilogo. Il rischio, alla luce anche del trattamento riservato ad altre vicende italiane analoghe, è che i belicini vengano palesemente trattati come italiani di serie B. E’ per questo che, insieme con gli altri sindaci, mi batto da anni, in modo anche eclatante, perché il Belìce ottenga ciò che gli è dovuto ed è per questo che rinnovo il mio invito al Ministro Angelino Alfano a visitare Santa Margherita di Belìce per vedere con i suoi occhi che qui la ricostruzione non è ancora terminata. In alternativa invito lui o qualsiasi altra carica al governo ad avere, essi, il coraggio di dire ai cittadini margheritesi, in attesa da 43 anni, che per loro non ci saranno contributi e nessuna casa.
Si ponga fine con buon senso e concretezza ad una triste pagina di dolore e malgoverno che tutti vogliamo lasciarci alle spalle! Il Belìce non vuole assistenzialismo ma rispetto e il diritto di poter guardare, al pari di tutti gli altri, al proprio sviluppo urbanistico, economico e sociale”.

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