BENI CONFISCATI, DA TREVISO NELLA VALLE DEL BELICE PER COLTIVARE LA TERRA PER 35 GIOVANI VENETI ESPERIENZA SUL CAMPO CON LA «FONDAZIONE SAN VITO»

Per dieci giorni impegnati nei vigneti a Salemi e nel fondo Pileri a Marinella di Selinunte
E i giovani hanno donato 6 mila euro per l’allestimento di una sala audio al museo della legalità



Dai dintorni di Treviso sino alla Valle del Belice, per una vacanza diversa e d’impegno sociale. Trentacinque giovani delle parrocchie di Fanzolo (frazione di Vedelago), Salvatronda, Bellavenezia e San Floriano (Castelfranco Veneto) sono ospiti della «Fondazione San Vito Onlus» che nel territorio della Diocesi di Mazara gestisce alcuni beni confiscati. I giovani veneti - tutti studenti di terzo, quarto e quinto superiore - hanno scelto di vivere l’esperienza di lavoro nei terreni sottratti alla mafia al termine di un percorso intrapreso nelle proprie parrocchie durante l’anno. «Per noi è la prima volta in Sicilia - ha detto Eva Fabrin, una delle animatrici - e siamo venuti convinti di dare il nostro contributo di legalità, con la consapevolezza di essere persone testimoni di un impegno concreto». I trentacinque ragazzi (tra di loro sette animatori) stanno lavorando la terra nel fondo agricolo di contrada Fiumelungo a Salemi (confiscato a Calogero Musso) dove sorge il turismo rurale «Al Ciliegio» e poi in contrada Pileri a Marinella di Selinunte, dove la «Fondazione San Vito» guidata da don Francesco Fiorino, produce l’origano della legalità. E proprio i ragazzi veneti stanno lavorando l’origano già maturo per poi confezionarlo. «Alcuni dei ragazzi neanche sapevano zappare la terra - dice l’animatrice Ilaria Spricigo - e tra di loro hanno imparato a farlo. Riscontriamo una curiosità positiva in loro, una voglia di sapere, di conoscere». Ecco perché in questi giorni hanno incontrato il vice questore Giuseppe Linares, ieri il vescovo monsignor Domenico Mogavero. Ed ancora, dopo l’attività di mensa per i richiedenti asilo politico, che svolgeranno domenica e lunedì al «Villaggio della Solidarietà» di Mazara, incontreranno don Vincenzo Noto, per poi concludere martedì col ricordo, durante le Confessioni, dei martiri del Sud, di coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa. «I ragazzi - spiega Eva Fabrin - hanno sempre visto la mafia come una cosa lontana da loro, quest’esperienza fatta di conoscenza dei luoghi e d’impegno gli ha fatto acquisire una maggiore consapevolezza dell’impegno per contrastarla». Durante l’incontro col vescovo (presente anche don Giuliano Vallotto, parroco veneto impegnato per anni in Tunisia), a sorpresa, i trentacinque ragazzi hanno consegnato una busta con sei mila euro a don Francesco Fiorino: una donazione che contribuirà all’allestimento di una sala di prove musicali all’interno del museo della legalità in via Giotto a Mazara del Vallo, che sarà gestita dalla fondazione della Diocesi. I quattro gruppi parrocchiali hanno già svolto altri due campi estivi: nel 2009 ad Assisi, lo scorso anno a Roma e quest’anno in Sicilia.

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