BENI CONFISCATI, A SALEMI INAUGURATI L’AULA DIDATTICA E L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO L’IMPEGNO DELLA «FONDAZIONE VODAFONE» COL PROGETTO «SEMINIAMO LA LEGALITÀ»

SALEMI (Trapani) - Il turismo rurale «Al Ciliegio» di contrada Fiumelungo a Salemi nato su un bene confiscato al boss Calogero Musso e affidato alla «Fondazione San Vito Onlus» (della Diocesi di Mazara del Vallo) s’arricchisce di ulteriori spazi. Sono stati inaugurati stamattina l’aula didattica e l’impianto fotovoltaico finanziati dalla «Fondazione Vodafone Italia» nell’ambito del progetto «Seminiamo la legalità». All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Fondazione, Antonio Bernardi, il vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, il vice prefetto vicario di Trapani Baldassare Ingoglia, l’assessore regionale alle politiche del lavoro Andrea Piraino. L’assenza dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati e della Provincia Regionale di Trapani - nonostante invitate - è stata rimarcata da don Francesco Fiorino.
LA REALIZZAZIONE - I due beni sono stati realizzati in pochi mesi grazie al finanziamento della «Fondazione Vodafone Italia» per il progetto «Seminiamo la legalità» che ha interessato la «Fondazione San Vito Onlus» per due anni, con iniziative sui beni confiscati. A Salemi oggi l’inaugurazione dell’aula didattica: un vano con alcune pareti a vetro che si affacciano sul vigneto e il tetto in legno che servirà per spiegare ai ragazzi, che qui arriveranno con le visite guidate delle scuole, come vengono gestiti i beni confiscati e cosa si fa. Cinquanta posti a sedere che consentiranno alla «Fondazione San Vito» di aumentare la ricettività anche per il turismo rurale. L’aula è stata intitolata alla memoria del giudice Paolo Borsellino. La famiglia, tramite il figlio Manfredi, ha fatto avere alla «Fondazione San Vito Onlus» un’immagine del giudice che verrà appesa all’interno dell’aula. La seconda opera è l’impianto fotovoltaico (il primo su un bene confiscato): 84 pannelli che produrranno 19,20 kw/h di energia che servirà sia per soddisfare il bisogno del turismo rurale che, quella in eccesso, immetterla nella rete. L’impianto è stato progettato e realizzato come tetto di una struttura che diventerà una stalla per due asini della razza pantesca che, da qui a qualche settimana, saranno affidati alla Fondazione dall’Azienda Foreste e Demanio.
IL PROGETTO «SEMINIAMO LA LEGALITÀ» - Questi ulteriori due interventi strutturali sono stati inseriti nell’ambito del progetto «Seminiamo la legalità» promosso col finanziamento della «Fondazione Vodafone Italia». Coi fondi dello stesso progetto sono stati realizzati interventi anche in contrada Pileri a Marinella di Selinunte (fondo confiscato e affidato alla Fondazione diocesana). Sono state acquistate due tende climatizzate da 12 posti ciascuno, servizi igienici mobili che hanno consentito di ospitare gruppi di giovani provenienti dal Nord Italia in esperienze di campo nei terreni confiscati.
L’IMPEGNO - «Il nostro è un ulteriore passo, come cittadini italiani e come cattolici, nel promuovere libertà e giustizia. Dedicare l’aula didattica a Paolo Borsellino desidera essere un segno di riconoscenza alla vita esemplare di un grande siciliano e voler perpetuarne il ricordo del suo impegno morale e professionale alle nuove generazioni. Agli enti locali e al governo regionale  e nazionale chiediamo seria e concreta collaborazione» ha detto don Francesco Fiorino, presidente della «Fondazione San Vito». «Sono quasi dieci anni che, con lo spirito di costruire assieme il domani, la nostra Fondazione cerca di individuare soluzioni per lenire il disagio sociale, attraverso partenariati con il Terzo settore e le istituzioni – ha dichiarato il presidente della Fondazione Vodafone Italia, Antonio Bernardi – il nostro obiettivo in questo contesto è quello di contribuire, attraverso il sostegno al progetto “Seminiamo la legalità” ad incrementare la fiducia da parte della cittadinanza rispetto al futuro. Interesse primario di tutte le imprese è proprio quello di poter operare in un clima dove vi sia rispetto e condivisione dei diritti e dei doveri, dove l’attività economica non sia condizionata da situazioni di illegalità diffusa».

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