SPONDE 2011, PRESENTATO «RECAST» PER UN “LINGUAGGIO COMUNE” SUI BENI CONFISCATI
L’ARCIVESCOVO DI ALGERI: «IN TUNISIA? LA GRANDE INCERTEZZA CI PREOCCUPA»
Intanto stamattina si è svolta la seconda tappa della vendemmia della legalità nei terreni gestiti dalla «Fondazione San Vito»MAZARA DEL VALLO (Trapani) – La questione dell’immigrazione s’intreccia anche con le dinamiche sociali e del lavoro. Su questi temi si sta discutendo a Mazara del Vallo nelle sessioni di lavoro della quarta edizione di «Sponde» quest’anno dedicata al tema «Migrazioni nel Mediterraneo: minaccia o opportunità?». E proprio nell’ambito dell’intreccio tra le varie tematiche (don Francesco Fiorino ha evidenziato come nei terreni confiscati a Salemi, Castelvetrano e Calatafimi e affidati alla «Fondazione San Vito Onlus» lavorino pure immigrati tunisini) è stato presentato stamane il progetto «Recast», il primo studio che mira a definire standard europei - e dunque un “linguaggio comune europeo” - sulla destinazione dei beni confiscati, in particolare a fini sociali. A presentarlo in anteprima, nell’ambito della sessione dedicata a «Migrazioni e sviluppo integrato», sono stati Salvatore Costantino dell’Università di Palermo e Barbara Vettori della Cattolica di Milano. Il progetto (dal costo di 297 mila euro) è co-finanziato, per l’80%, dalla direzione generale degli affari interni della Commissione Europea nell’ambito del programma «Prevention of and Fight Against Crime 2007-2013». Partner del progetto l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e l’Unicri. «Il progetto - hanno ribadito la Vettori e Costantino - vorrà contribuire allo sviluppo della normativa europea in materia, alla luce delle esperienze più avanzate». Tra gli obiettivi l’approfondimento delle attuali esperienze di destinazione di beni confiscati (come in Sicilia) e la valutazione della loro esportabilità (in termini legali, culturali di “institutional building”) negli stati membri che ad oggi non la prevedono. Ma c’è anche la realizzazione di moduli formativi rivolti a magistrati e funzionari degli uffici preposti al recupero dei beni in tutti gli stati membri dell’UE. Intanto stamane nei terreni confiscati e gestiti dalla «Fondazione San Vito Onlus» a Calatafimi s’è svolta la seconda tappa della «vendemmia della legalità».
L’INTERVENTO - «Il clima che oggi si respira in Tunisia è certamente di libertà e le richieste sono positive, soprattutto se provengono dai giovani. Ma, credo, che loro non sono pronti a governare. Quello che preoccupa è l’incertezza del futuro in questo periodo di grande attesa». Lo ha detto monsignor Ghaleb Abdalla Bader, arcivescovo metropolita di Algeri, non appena arrivato a Mazara del Vallo, stamane. «Quella tunisina non è solo una lotta di potere ma c’è anche una strumentalizzazione della religione e lì la religione fa parte anche dell’ordine sociale dei cittadini».
LA MESSA DELL’ACCOGLIENZA - Monsignor Bader, insieme agli arcivescovi di Campobasso-Bojano (Giancarlo Maria Bregantini), Agrigento (Francesco Montenegro), Tunisi (Maroun Elias Lahham), Ibrahim Shomaly (parroco di Betlemme), Edward Farrugia del Pontificio Istituto Orientale e monsignor Domenico Mogavero (vescovo di Mazara del Vallo), oggi alle 11 in Cattedrale a Mazara concelebrerà la messa dell’accoglienza.