CUFFARO: “La Sicilia è migliore di come spesso viene raccontata"

ROMA – “Quando si parla di Sicilia, fa più rumore l’albero che cade anziché il ‘bosco’ che cresce”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, oggi ospite a ‘Unomattina’, commentando le immagini, trasmesse dal programma Rai, che rappresenterebbero una Sicilia invasa dai rifiuti.
“Un isolato cassonetto, estrapolato dal contesto migliore di una qualunque città – ha proseguito il presidente –, è certamente più appetibile, per fare notizia, rispetto a immagini di strade sgombre da rifiuti e pulite. Soprattutto, se si decide di non far vedere ‘il bosco’ che cresce, nonostante i dati offrano un panorama completo e non convenzionale dell’Isola”.
“Nel 2002 – ha precisato il presidente - la Regione ha adottato un piano per la gestione dei rifiuti che prevede la realizzazione di sistemi integrati, dal recupero e dal riciclaggio dei materiali alla costruzione dei termovalorizzatori (a valle della raccolta differenziata), ancora bloccati dal governo centrale, fino allo smaltimento dei residui non utilizzabili. Da allora, sono state chiuse ben 304 delle 325 discariche e finanziati progetti destinati alle infrastrutture e alla sensibilizzazione verso la raccolta differenziata. Ne cito solo alcuni fra i tanti: per le infrastrutture, 243 isole ecologiche (circa 18.500.000 euro), 150 centri comunali per la raccolta differenziata (circa 113.000.000 euro), 15 impianti di compostaggio (circa 55.000.000) e sette per la selezione della frazione secca (circa 30.200.000 euro), 19 progetti per la fornitura di mezzi e attrezzature (circa 67.000.000 euro) e 27 piani di comunicazione (circa 15.500.000). Per sensibilizzare l’opinione pubblica, sono stati realizzati 69 progetti di comunicazione per i comuni con meno di 10.000 abitanti, per un importo di circa 1.500.000 euro e una serie di progetti, per un importo di 1.585.000 euro circa, che hanno coinvolto 13.957 alunni di 396 istituti scolastici”.
Il presidente della Regione è intervenuto anche sui temi dell’occupazione. “Mentre persiste un insufficiente livello di occupazione, i dati rilevati confermano che l'economia siciliana cresce a un ritmo più sostenuto del Mezzogiorno e eguale a quello dell'intero Paese. Tra il 2000 ed il 2006, inoltre, il nostro Pil è aumentato in media dello 0,9 per cento all'anno, rispetto allo 0,7 per cento del resto del Meridione”.
Facendo riferimento ai dati Istat, il presidente Cuffaro ha affermato che, anche sotto il profilo della sicurezza dei cittadini, la situazione della Sicilia, superando luoghi comuni, non è particolarmente allarmante: “Ogni diecimila abitanti la nostra regione conta 144 episodi di microcriminalità rispetto ad un valore nazionale pari a 215. Considerazioni analoghe valgono per i grandi episodi di criminalità, che sono 12,6 per dieci mila abitanti nell'Isola contro i 13,9 della media nazionale”.
Affrontando il tema della Sanità, Cuffaro ha detto che “il governo regionale è impegnato in un rigoroso piano di rientro dal deficit. Tuttavia, è bene precisare che lo Stato spende per la salute dei cittadini italiani 1.618 euro a testa e per quelli siciliani 1.556; questa, che potrebbe sembrare una piccola differenza, si traduce nei fatti in una minore assegnazione di risorse, dallo Stato alla Sicilia, di oltre 300 milioni di euro all’anno. Quotidianamente esorto all’efficienza le strutture sanitarie regionali, ma non posso ignorare che, oggi, secondo i dati ministeriali, un posto letto ospedaliero nella media nazionale annua costa 200 mila euro e 186 mila in Sicilia. E nelle risorse che mancano bisogna contare l’incidenza della spesa degli immigrati clandestini che rimane tutta a carico del sistema sanitario regionale”.
Cuffaro ha rimarcato, infine, i lusinghieri risultati ottenuti nel settore turistico: “Grazie al buon impiego dei fondi comunitari, oggi la Sicilia vanta una quota di alberghi a quattro e cinque stelle addirittura superiore alla media nazionale (il 30% in Sicilia rispetto al 26% del Paese). La crescita del nostro turismo, dati alla mano, segnala poi un fenomeno molto importante: stiamo superando l'immagine datata della Sicilia soltanto come terra di mare, affermando, invece, i suoi inestimabili valori culturali. Ogni museo ospita una media di 92 mila visitatori all'anno, quando nel resto d’Italia il numero di visitatori si attesta a 76 mila unità”.

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