OLIO: SABATO E DOMENICA RITORNA FESTA DEI FRANTOI

PALERMO – Dopo il successo delle precedenti edizioni ritorna, per il sesto anno consecutivo, “Frantoi in festa”, l’evento celebrativo dell’olio extravergine di oliva, alimento e condimento della dieta mediterranea. L’iniziativa organizzata dall’assessorato regionale all’Agricoltura vede coinvolti 21 frantoi oleari che, sabato 29 e domenica 30 novembre, apriranno le porte alla manifestazione. Per due giornate il frantoio diventa il luogo d’incontro per quanti vogliono saperne di più sul principe della gastronomia siciliana. Alle scuole sarà dedicata la prima giornata, attraverso lo svolgimento di attività didattiche e ricreative, mentre ai nuovi e tradizionali cultori dell’olio si rivolgerà la giornata conclusiva che prevede incontri e degustazioni guidate. Specialisti dell’assessorato, infatti, accompagneranno i consumatori in un percorso che illustrerà l’affascinante storia dell’olivo e la sua diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo sin dai tempi più antichi.
“L’iniziativa - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - rientra tra gli interventi previsti per sostenere gli sforzi di quanti si prodigano quotidianamente per la crescita del comparto olivicolo-oleario, di crescente importanza nel panorama agroalimentare della nostra Isola. Conoscere ciò che mangiamo è sempre più una priorità per i consumatori mentre diffondere le corrette informazioni sul mangiare sano è un dovere dell’amministrazione regionale”. La Sicilia è la terza regione italiana per superficie olivicola e per produzione di olio di oliva, dopo Puglia e Calabria mentre è la prima regione per la produzione di olive da mensa. Pur non essendo in assoluto tra le aree olearie più importanti del mondo, è tra le realtà più rilevanti per la qualità e la variabilità della sua produzione.
Su una superficie olivicola nazionale di un milione di ettari, in Sicilia gli ettari sono circa 138 mila ettari (dati Istat 2001); stime successive parlano di una superficie di oltre 157 mila ettari. La Sicilia è preceduta in questa graduatoria dalla Puglia (336 mila ettari) e dalla Calabria (162 mila ettari); mentre la seguono la Toscana (95,6 mila ettari), la Campania (73,7 mila ettari) e via via le rimanenti regioni italiane. Circa l’85 per cento degli oliveti è destinato alla produzione di olio, la rimanente parte alla produzione di olive da mensa.
L’olio siciliano punta molto sulla protezione e qualificazione del prodotto a denominazione d’origine. Le principali aree di produzione ricadono sotto la tutela di sei Dop: “Monti Iblei”, “Valli Trapanesi”, “Val di Mazara”, “Monte Etna”, “Valle del Belice” e “Valdemone”. Testimoniano l’interesse dei produttori verso questa forma di valorizzazione altre due iniziative, sempre finalizzate ad ottenere il riconoscimento della denominazione d’origine: la Dop “Colli Nisseni” e la Dop “Colline Ennesi”. In atto le due Dop sono approvate in via transitoria dal Comitato dell’Ue e dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali. La produzione olearia siciliana è di 48.913 tonnellate (7,4 per cento), rispetto a una produzione nazionale di 656.822 tonnellate, per un valore stimato in circa 176 milioni di euro.

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