Un convegno su Giuseppe Garibaldi a Santa Margherita di Belice
Santa Margherita Belice (Ag) In un'Italia che i politici stanno tentando di dividere, fa notizia il fatto che si parli di chi ha unito questo Paese nel lontano 1860. Di Giuseppe Garibaldi, infatti, si è parlato a Santa Margherita Belice, a Palazzo Filangeri-Cutò, durante il convegno “La Sicilia tra Garibaldi e il Gattopardo”, al quale hanno preso parte esperti quali Francesco Della Peruta, Enrico Iachello, Gian Mario Cazzaniga e Giuseppe Giarrizzo: un momento di riflessione storica nel contesto in cui si svolse quell'impresa. È stata anche inaugurata la mostra “Giuseppe Garibaldi. Il leone d'Italia” con reperti garibaldini della collezione Romeo che rappresenta, come ha spiegato Pasquale Hamel, direttore dell'Istituzione Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “uno spaccato di notevole pregio, che viene offerto non solo ai cultori della storia nazionale ma soprattutto alle nuove generazioni perché, in un momento segnato da problemi identitari e di caduta di valori sociali, si riapproprino della memoria storica”.
La collezione Romeo, messa insieme in oltre trent'anni di ricerche portate avanti in tutta Italia, e composta da circa 120 pezzi tra dipinti, sculture, tarsie, litografie e bassorilievi, comprende anche il decreto del 20 maggio 1860 con cui Garibaldi, a Salemi, assumeva la “dittatura” in nome di Vittorio Emanuele, per la prima volta indicato con il nome di re.
E poi una sfilza di oggetti: una medaglia del centenario della nascita, una tarsia con la figura del generale ricavata dalle venature del legno, un leone di bronzo e, soprattutto, il proclama manoscritto dei patrioti siciliani, datato 18 aprile, quindi precedente all'arrivo di quel marinaio ribelle, quasi a dimostrare come in Sicilia già esplodesse la rivolta.
Curato dal centro regionale del catalogo, a breve sarà pubblicato il catalogo della collezione con l'introduzione di Piero Violante e saggi di diversi studiosi, mentre Giarrizzo, accademico dei Lincei, coordinerà la pubblicazione degli atti del convegno.
La collezione Romeo, messa insieme in oltre trent'anni di ricerche portate avanti in tutta Italia, e composta da circa 120 pezzi tra dipinti, sculture, tarsie, litografie e bassorilievi, comprende anche il decreto del 20 maggio 1860 con cui Garibaldi, a Salemi, assumeva la “dittatura” in nome di Vittorio Emanuele, per la prima volta indicato con il nome di re.
E poi una sfilza di oggetti: una medaglia del centenario della nascita, una tarsia con la figura del generale ricavata dalle venature del legno, un leone di bronzo e, soprattutto, il proclama manoscritto dei patrioti siciliani, datato 18 aprile, quindi precedente all'arrivo di quel marinaio ribelle, quasi a dimostrare come in Sicilia già esplodesse la rivolta.
Curato dal centro regionale del catalogo, a breve sarà pubblicato il catalogo della collezione con l'introduzione di Piero Violante e saggi di diversi studiosi, mentre Giarrizzo, accademico dei Lincei, coordinerà la pubblicazione degli atti del convegno.
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