ATO TP2, NO DEI SINDACI ALLA NUOVA RIFORMA VOLUTA DAL PRESIDENTE LOMBARDO


Il sindaco di Gibellina, Vito Bonanno: «Col nuovo Consorzio provinciale rischiamo di tornare indietro»

Un coro unanime, un’unica richiesta, quella di tutelare l’esperienza virtuosa dell’Ato Tp2 dalla riforma degli Ambiti Territoriali Ottimali, voluta dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Gli undici sindaci facente parte dell’Ato Tp2 dicono no alla costituzione del nuovo Consorzio provinciale che dovrebbe assorbire le esperienze del Trapanese della «Belice Ambiente Spa» e della «Terra dei Fenici» (ufficialmente mai avviata), alla luce del nuovo decreto che ridurrebbe gli Ato da 27 a 10 (compreso quello per le isole). Il “no” convinto era stato ribadito una settimana fa dal sindaco di Mazara, Giorgio Macaddino, portavoce dell’assemblea, nel corso della riunione convocata dal sindaco di Marsala, Renzo Carini. Ieri è stato nuovamente ribadito di alzare lo scudo a difesa dell’esperienza virtuosa della «Belice Ambiente Spa», nel corso dell’assemblea intercomunale di controllo della società, riunitasi a Gibellina, in forma allargata ai presidenti dei consigli comunali degli undici paesi. «Abbiamo richiesto in via anticipata, già da un mese, all’Agenzia regionale dei rifiuti il monitoraggio su alcuni obiettivi prefissati – ha detto il presidente dell’assemblea, Vito Bonanno – che, se raggiunti, ci porterà a chiedere una revisione del decreto». I sindaci dicono “no” alla costituzione del nuovo Consorzio, «perché – spiega ancora Bonanno – rischieremmo di vanificare la nostra esperienza virtuosa e di, inevitabilmente, vedere aumentare la Tia di almeno il 50% per i nostri utenti, per una rivisitazione dei costi di gestione in base provinciale. Insomma rischieremmo di tornare indietro». «La necessità d’oggi è quella di difendere l’esperienza dell’Ato Tp2 – ha ribadito il sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo – e non far vanificare questo patrimonio». «La battaglia di questi undici comuni è un dovere morale – ha detto il sindaco di Campobello, Ciro Caravà – e la condivisione del problema e di porsi a tutela della nostra esperienza è un ottimo punto di partenza».
L’assemblea dei soci ha così tracciato il percorso da intraprendere. Nei prossimi giorni i consigli comunali degli undici paesi – chiamati a riunirsi per approvare lo Statuto dell’Autorità d’Ambito che dovrà nascere – approveranno una delibera (la stessa per ogni comune) dove sarà ribadita la volontà di non approvare lo Statuto della nuova Autorità d’Ambito, perché si è attivato il percorso del monitoraggio anticipato, intraprendendo la via di chiedere una revisione del decreto in caso di raggiungimento di alcuni obiettivi prefissati: le misure economiche per l’uscita dalla situazione di crisi finanziaria da attuare di concerto coi propri soci, l’efficienza (legata anche al potenziamento della raccolta differenziata), l’efficacia e l’economicità delle società d’ambito.

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