BENI CULTURALI, RINASCE IL «BAGLIO FLORIO» NELLA ZONA ARCHEOLOGICA DELLE CAVE DI CUSA


Per anni è rimasto abbandonato a sfidare il tempo ma il baglio ha una storia legata alla storica famiglia dei Florio Nel 2007 il via ai lavori di restauro finanziati per un milione di euro coi fondi Por 2000-2006, diventerà centro d’accoglienza per turisti

Un largo camminamento in cotto che racchiude il prato verde su cui emerge il pozzo dell’originaria cisterna (scavata nella roccia viva) ed un albero di melograno, che auspicherà ai visitatori un futuro pieno di abbondanza e prosperità. E poi dentro un percorso didattico per scoprire la storia delle Cave di Cusa e dell’antica città di Selinunte. Eccolo il nuovo volto del «Baglio Florio», la storica struttura ristrutturata dal Comune di Campobello, nella zona archeologica delle Cave di Cusa, presentato in anteprima alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, alla presenza dell’assessore comunale al turismo, Nicola Mangiaracina. Il baglio – i cui lavori di restauro sono stati completati pochi mesi fa – sarà inaugurato entro il mese di marzo ma il Comune, nell’ambito della Bit in pieno svolgimento a Milano, l’ha presentato agli operatori del settore turistico, insieme alla Pro Loco che gestirà l’accoglienza all’interno della struttura. Un lavoro meticoloso di restauro che ha riportato agli splendidi fasti di una volta il baglio. La sua costruzione risale alla prima metà del 1800, quando Vincenzo Florio, alla morte di Ignazio avvenuta nel 1828, diede una svolta decisiva nelle attività commerciali. Volendo seguire le fortune delle famiglie inglesi degli Ingham e Woodhouse, anche Vincenzo Florio volle cimentarsi nel mondo vitivinicolo, costruendo, oltre al noto stabilimento sul lungomare di Marsala, diversi fabbricati rurali a Campobello e Castelvetrano. «Questo baglio – ha detto l’architetto Alberto Ditta, progettista del restauro – appariva più come una fortezza con maestosi muri di cinta che non di una modesta borgata rurale. D’altronde il brigantaggio non era stato del tutto debellato e vi era la necessità più che l’opportunità di porre al sicuro il frutto di una stagione di lavoro». Nel tempo la struttura originaria andò persa, in alcune parti rimasero soltanto le fondazioni e soltanto un grande magazzino di tini conservava intatte le mura perimetrali. Nel 2006 l’idea di ristrutturarlo – con un finanziamento di 1 milione di euro coi fondi Por 2000-2006 (misura 2.1) – e adibirlo a Centro d’accoglienza per turisti. L’anno successivo il via ai lavori, completati soltanto qualche mese addietro. «Per la prima volta presentiamo questa splendida struttura al pubblico di settore – ha ribadito l’assessore Mangiaracina – che diventerà una tappa obbligatoria per chi visiterà le Cave di Cusa». Nelle sale interne 32 pannelli, sostenuti da elementi arcaici in pietra, illustreranno dettagliatamente tutta la tecnica estrattiva dei “rocchi” con cui sono stati realizzati i ciclopici templi di Selinunte, nonché varie immagini descrittive del sistema di trasporto e di costruzione dei templi. «All’interno delle sale ricreate saranno sistemate anche otto bacheche con i preziosi reperti archeologici rinvenuti nel territorio campobellese, attualmente custoditi nei magazzini del Baglio Florio del Parco archeologico a Selinunte» ha detto il sindaco Ciro Caravà.
5, 9 O 10: LA GITA SUL TERRITORIO PER ORE – Nell’ambito della presentazione in anteprima del «Baglio Florio» alla Bit di Milano, la Pro Loco ha anche illustrato le tre proposte turistiche legate al baglio. «La novità – ha ribadito il presidente Giuseppe La Rosa – è legata alle ore, una gita che si può fare anche in una sola giornata sul territorio. In 5, 9 o 10 ore, con tappa obbligatoria al «Baglio Florio» si potranno visitare le “eccellenze” della nostra zona, compreso le frazioni di Tre Fontane e Torretta Granitola».

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